Nel secondo semestre 2018 le imprese genovesi associate a Confindustria hanno interrotto il trend positivo imboccato nei precedenti tre semestri, contraddistinti da un aumento del volume di affari. Tale parziale battuta d’arresto va ascritta in buona parte all’impatto economico negativo generato dal crollo del viadotto Morandi e dalle conseguenti criticità, oltre alla dinamica più debole della domanda interna e degli scambi mondiali riscontrati negli ultimi mesi e che hanno contribuito a deprimere il fatturato.
Lo studio di Confindustria Genova, Università di Genova e Camera di Commercio di Genova, dello scorso novembre, aveva già posto l’attenzione sulle conseguenze che sarebbero scaturite dalle difficoltà sull’intero sistema della mobilità del nodo di Genova dettate dal crollo del viadotto, elaborando stime degli effetti economici negativi e trasversali rispetto alla generalità dei settori. I risultati ottenuti dalle aziende genovesi nel semestre scontano quindi anche queste ricadute. Il fatturato estero è risultato in lieve calo, mentre quello verso clienti nazionali è sceso di un punto percentuale. I settori più colpiti da questa frenata sono anche quelli più coinvolti dalle conseguenze di breve periodo del crollo del viadotto Morandi: industria manifatturiera e logistica. I servizi invece contribuiscono, nel loro complesso, con un risultato positivo.
La frenata del fatturato non ha impedito alle aziende genovesi di incrementare invece gli ordini raccolti, rispetto al secondo semestre del 2017. In questo caso a fare da traino sono state le aziende manifatturiere: il risultato positivo degli ordini da clienti italiani dipende soprattutto dalla performance delle aziende metalmeccaniche, mentre l’incremento delle commesse dall’estero è dettato in particolar modo dall’universo dell’automazione, elettronica e telecomunicazioni. Nel secondo semestre 2018 l’occupazione nelle aziende genovesi ha avuto un incremento pari allo 0,5%. L’andamento occupazionale nasconde dinamiche diverse da settore a settore , sebbene in nessuno di questi si assista a fenomeni particolarmente rilevanti. Flettono gli occupati nella manifattura, mentre incrementi si registrano nei servizi e nella logistica.
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